A partire dalla Elehaym originale, Elly rinasce solitamente come reincarnazione avente lo stesso nome nella medesima epoca del Contatto. Per questo la si definisce come l’entità opposta al Contatto, ovvero l’Antitipo. Risalendo alle sue origini, emerse come personificazione ad opera dell’Esistenza Ondulatoria della concezione femminile di Abele, e più in particolare della sua immagine materna. Se dunque il Contatto è la figura maschile (paterna), l’entità opposta dovrà essere femminile, ovvero materna.
Elehaym si reincarna sempre, in ogni epoca, assieme al Contatto, e muore per proteggerlo. Originariamente, la relazione fra Elehaym e il Contatto era quella tra un figlio e una madre, poi trasformatasi in seguito in un rapporto fra amanti. La morte di Elehaym finisce sempre col causare grande dolore e angoscia al Contatto; fattore determinante dell’autocommiserazione e del masochismo di Fei è il fatto che, di reincarnazione in reincarnazione, si siano accumulati in lui i sensi di colpa causati dal sacrificio di Elly e la sensazione di non aver potuto fare nulla per evitare di perdere la persona più preziosa in assoluto.
Lo spirito di sacrificio di Elly è dovuto alla sua natura di personificazione di un’entità femminile, oltre che al carattere materno della Elly originale.
10.000 anni fa
Culla della civiltà
Contatto Abele Elehaym Antitipo
La Elehaym originaria incontrò il contatto Abele e da quel momento i due restarono assieme. Abele si ribellò a Caino, che intendeva controllare gli atti e i pensieri delle persone. Caino tramò per uccidere Abele, che costituiva un intralcio. Per proteggere Abele, Elehaym parlò con Caino (per il quale Elehaym costituiva comunque un’entità materna), che però mise in atto il suo piano senza curarsene. In quel frangente, Elehaym perse la vita per proteggere Abele.
4000 anni fa
Zeboim
Contatto Kim Elehaym Antitipo
Lavorava come infermiera nell’ospedale universitario della capitale Zeboim, all’Ufficio Medico Federale, ed era l’amante di Kim, impiegato come dottore nella stessa struttura. L’esercito aveva preso d’assedio la struttura di ricerca dove Kim aveva creato la nanotecnologia, intendendo utilizzarla a scopi bellici. Per permettere a Kim di fuggire dalla camera di quarantena, fermò in prima persona l’irruzione dei militari. Perse la vita per le radiazioni X rilasciate all’attivazione del sistema di autodifesa dell’installazione.
500 anni fa
Nisan
Contatto Lacan Sofia (Elehaym) Antitipo
Prima Madre della Chiesa Ortodossa di Nisan. Ancora bambina incontrò Lacan durante la convalescenza da un periodo di malattia. In seguito, fu coinvolta come candidata nella lotta per l’elezione della Madre di Nisan e se ne persero le tracce per qualche tempo. Tornata e diventata Madre della nuova dottrina che rinominò Chiesa di Nisan, rincontrò Lacan dopo tredici anni.
Allo scoppio della guerra contro Solaris, una gran quantità di rifugiati si riversò in Nisan; Sofia, avendo preso l’iniziativa di portare sollievo alla gente, venne da tutti acclamata come “Santa Madre”. Quando poi Nisan entrò in guerra, la forza di volontà di Sofia si erse a simbolo per l’armata degli abitanti della superficie.
Sofia e Lacan s’innamorarono durante la guerra. Tuttavia, per una macchinazione sotterranea di Shevat l’esercito della superficie venne circondato da Solaris, costringendo Sofia a portare un attacco con la corazzata aerea Excalibur al cuore del nemico, la nave Merkabah. La sua nave si schiantò sull’attuale Kislev. Come Santa Madre di Kislev, la sua intenzione era quella di salvare la sua gente dalla guerra, ma come individuo e come donna il suo ultimo desiderio fu per la persona amata, Lacan: “Vivi!”
Nata come seconda figlia femmina del vescovo del Monastero di Ashura della Chiesa di Nisan. A 7 anni manifestò un raro talento (il potere Etereo) e divenne quindi figlia adottiva del Cardinale Penuel (a capo della diocesi dove le candidate dovevano prestare servizio come assistenti) in qualità di futura candidata al titolo di Madre. A 13 anni fu selezionata come candidata al titolo di Madre e ribattezzata Sofia. Tuttavia, ciò avvenne proprio nel mezzo di una lotta tra fazioni per la nomina della Madre all’intensificarsi della quale più di metà della fazione di Sofia, dal Cardinale Penuel in giù, rimase uccisa. Sofia venne dunque portata in un luogo segreto. 7 anni dopo tornò all’attuale Nisan, dove a causa dello scisma la dottrina religiosa della Madre era ormai al tramonto. Sofia, col titolo di Madre, la riorganizzò rinominandola Chiesa Ortodossa di Nisan.
La lotta intestina per la successione fu un sanguinoso fatto di assassinii e atrocità condotte dalle persone appartenenti alle fazioni dei cardinali che sostenevano le candidate. Lo stesso Penuel non costituiva un’eccezione e Sofia, coinvolta nel conflitto, cominciò a pensare sempre più spesso che se non fosse esistita nulla di tutto quello sarebbe successo, arrivando a desiderare la propria morte. Quando il monastero fu attaccato, Sofia disse sorridendo a Krelian, che era venuto a ucciderla, una sola parola: “Grazie”. Conquistato dalla purezza del suo sorriso, Krelian la portò con sé cancellandone le tracce per proteggerla. Quando in seguito Sofia tornò a Nisan, non si seppe mai cosa avessero fatto i due nei sette anni intercorsi da quell’avvenimento.