Invito allo studio della geografia, della geologia e delle scienze della terra
Estratto da una conferenza straordinaria del dottor Isacco Baldassarre
Messaggio introduttivo
Orbene, fin qui avrete sicuramente osservato i vari fenomeni che caratterizzano la superficie del pianeta: i villaggi e le città formate dall’assembramento degli esseri umani, le rovine e le grotte. A tal proposito, avete mai pensato che non sarebbe un male rivolgere lo sguardo anche ai vostri piedi? Forse lo avrete considerato finora un mero appoggio per le vostre gambe, ma anche sotto al terreno si trova della materia e si verificano fenomeni. Chi lo ignora potrebbe far la fine di chi “crede di essere a cavallo e invece è per terra”!
[TESTO NELLA SCHEDA COL PORTRAIT DI BALTHASAR]
Profilo dell’autore
Uno dei tre saggi di Shevat, oggi rifugiato nei dintorni del regno di Aveh. Ha portato alla luce diversi materiali sotterranei, a cominciare da una quantità di fossili, e ogni giorno è immerso in studi e ricerche.
[TESTO ACCANTO ALLO SCHIZZO DELLA STANZA DI SHITAN]
La forma del nostro pianeta
Quest’oggetto è in possesso del dottor Uzuki. Sulla superficie sferica sono disegnati isole e continenti, ed è fissato da un asse che attraversa i due poli e attorno al quale può essere fatto ruotare. È come una miniatura del pianeta (immagine 1). Osservandolo per qualche tempo si comprende che la posizione e la forma dei continenti e delle isole differiscono leggermente da quelle attuali. Ma tali spostamenti dei continenti non avvengono certo in un lasso di tempo così breve: deve perciò trattarsi di un oggetto di considerevole antichità.
I movimenti diastrofici della crosta sono di vari tipi. Sono annoverabili nel diastrofismo sia movimenti macroscopici come lo spostamento delle masse continentali che la trasformazione delle montagne in colline. In entrambi i casi, perché si raggiunga un cambiamento distinguibile dall’occhio umano è naturalmente necessario un arco di tempo tanto lungo da dar le vertigini persino a me.
Il motivo per cui i continenti si spostano e la forma dei rilievi cambia è che la crosta, ovverosia le “placche” su cui poggia la terra, scivolano sopra la materia fluida che costituisce il “mantello” all’interno del pianeta. La crosta e le placche sono molto spesse, ed estese tanto da includere l’intero continente di Ignis. La tremenda energia del mantello che fa muovere i continenti talvolta esplode sotto forma di terremoti ed eruzioni vulcaniche.
La superficie della crosta, ovverosia rilievi quali montagne e colline, cambia per via dei movimenti macroscopici di roccia, fango e acqua. Questi diventano la causa dell’erosione dell’acqua dei fiumi e dei mari e dell’azione di agenti atmosferici quali pioggia e vento, in aggiunta agli innalzamenti, agli affossamenti e alle sedimentazioni dovuti ai terremoti e all’attività vulcanica che si accompagnano ai summenzionati movimenti fluidi delle placche.
Questi movimenti diastrofici proseguono ancor oggi, indifferentemente dalla loro portata. Pur potendo constatare i cambiamenti su scala ridotta come le voragini aperte dai terremoti e le frane causate dalla pioggia, non c’è modo di accorgersi dello spostamento dei continenti. Inoltre, la distruzione portata dal Giorno del Crollo e dalla guerra nucleare di 4000 anni fa hanno finito col modificare persino la conformazione del territorio: potremmo chiamarli diastrofismi artificiali. Tra le voragini e le dislocazioni sparse in ogni dove si trovano anche i segni lasciati da queste grandi devastazioni.
[SCRITTA ACCANTO AL DETTAGLIO DEL MAPPAMONDO]
Immagine 1
[TESTO A SINISTRA DELLO SCHIZZO IN BASSO]
Fuori dalle spaccature della terra
Persino io ho dimenticato quale luogo rappresenti questo schizzo. Comunque sia, vi prego di guardare questo crinale scosceso (immagine 2). Che il terreno si sia sollevato oppure affossato tutto intorno, ha comunque lasciato esposta una sezione di roccia. Questo è un esempio di diastrofismo su scala ridotta. Come potete vedere, nella sezione di roccia sono contenute delle scanalature. Quelli sono i livelli di sedimentazione... gli strati della roccia. Ciascuno è composto da detriti rocciosi, ovverosia da rocce ridotte in frammenti più o meno grandi quanto granelli di sabbia. Ci appaiono come striature perché composizione e inserti cambiano. Per causare tale cambiamento deve verificarsi un qualche evento.
Ricercando ciò che gli strati geologici racchiudono, è possibile teorizzare in quale periodo si sia creata quella particolare sedimentazione. E sempre da questi inserti possiamo anche dedurre come fosse il mondo in quel periodo e in quel luogo. Gli strati, fondamentalmente, si accumulano uno sopra l’altro, con quelli in alto via via più recenti. In poche parole, studiando gli strati a partire dall’alto e seguendone l’ordine è possibile risalire lungo le ere.
Tra gli inserti nelle rocce sedimentarie, quelli più interessanti sono sicuramente i fossili. Questi ultimi, che conservano l’impronta dei corpi delle creature viventi, sono un importantissimo indizio per la ricostruzione del periodo in cui lo strato si è formato e del relativo ambiente. Io stesso ho riesumato da questo crinale, nonché dalla grotta in cui vivo, una gran varietà di fossili. Continueremo il nostro discorso parlando proprio di quest’argomento.
[SCRITTA NEL RIQUADRO DELLA SCOGLIERA]
Immagine 2